Arrivi, citazioni, altro

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PREMESSA

Il lettore che si addentrasse in questo libro senza conoscerne il titolo potrebbe a buon diritto pensare che sia (questo libro) il prodotto di qualcuno che ha svuotato i cassetti, rovistato nei cestini, sfrugugliato tra gli appunti, all’insegna del motto non si butta via niente. Se invece, come è più probabile avesse letto il titolo, potrebbe propendere per l’ipotesi che ha a che fare con un autore che non batte pari, come dicono in Toscana.Pur non escludendo che io non batta pari, questo titolo ha in realtà un suo senso. Arrivi, citazioni e altro, cosa vuol dire? Vuol dire che, mettendo in ordine le mie carte, qualche mese fa, mi sono reso conto che gran parte dei miei scritti potevano rientrare sotto due temi: arrivi e citazioni. Il resto ovviamente andava sotto “altro”, questo è facile.

Arrivi. Il momento dell’arrivo in un determinato luogo segna l’istante in cui termina il viaggio e inizia una nuova permanenza. È un momento del tutto particolare, quasi magico, in cui si concentrano esperienze diverse: finisce quel periodo di parziale sospensione del tempo che è il trasferimento nello spazio (il viaggio). E quando uno è in viaggio in genere è sollevato dalle incombenze quotidiane, non lavora (è sottratto all’obbligo [morale] del lavoro) e può dedicarsi ad attività alternative: pensare, leggere, guardare dal finestrino, ascoltare i discorsi degli altri (questo può essere una cosa interessante, ma più spesso è uno strazio), sonnecchiare, chiacchierare con un dirimpettaio, ammirare le gambe di una signora ecc.


Ma l’arrivo è soprattutto il momento che segna l’inizio di una nuova stanzialità per quanto, come ogni cosa umana, temporanea. Si apre un nuovo capitolo. C’è soprattutto da capire alla svelta se questo nuovo luogo in cui sono arrivato, è un luogo ostile, pericoloso, se vigono regole nuove e sconosciute. Tutte le antenne sono ritte a cogliere le differenze. “L’aria risuona delle nostre grida. Ma l’abitudine è una gran sordina” dice Vladimiro a Estragone, i due barboni in inutile attesa di Godot nel pezzo teatrale di Samuel Beckett. E prima che subentri, rapida e misericordiosa, l’assuefazione, non solo sentiamo risuonare le nostre grida ma vediamo tante cose in una luce nuova. In questa specie di stato di grazia si rivelano per un momento cose che erano invisibili e tornano ad esserlo tra breve.
Intorno a queste esperienze ruotano i 15 capitoli della prima sezione di questo libro. Da rapidi schizzi a racconti brevi e stralci dei due libri che ho scritto. Dalla città dove abito a isole remote nell’Oceano Atlantico e Pacifico.

Citazioni. Qui lo spunto è diverso. Il tema è la difficoltà di non copiare. E quanto importante sia l’imitazione. “Siamo nani seduti sulle spalle di giganti” (nos esse quasi nanos gigantum humeris insidientes).i E qui, giusto per smentire la mia consapevole qualità di nano citatore, non saccheggerò il testo destinato a questo argomento da parte di un gigante (Umberto Eco), fornendo al lettore interessato solo la referenza (pardon: citazione) in Internet (1 ). E visto che siamo in tema di citazioni, ricordo anche quella di Virgilio, che mette le mani avanti giustificandosi preventivamente per evitare rimproveri: si parva licet componere magis (se è lecito confrontare le cose piccole con le grandi).. in questa sede, le giustificazioni preventive non sono certo fuori luogo, se consideriamo che, in un capitolo, l’autore che viene “citato” è semplicemente il padre della letteratura italiana e la citazione il suo poema più noto.

Altro. Qui c’è di tutto un po’: alcuni racconti brevi, poesie non inquadrabili nei temi precedenti e indovinelli. Tra le poesie ricordo i sonetti, di cui la maggior parte dedicati alla crisi politica dell’agosto 2018 (caduta del Governo Conte 1 e nascita del governo Conte 2), alcuni dedicati a Covid e Lockdown e il resto ad altro. Non tutte le rime, lo devo confessare, sono “perfette”. Qualche volta, lo ammetto, si tratta più propriamente di consonanze, in cui l’accordo delle sillabe finali si basa sull’uguaglianza delle sole consonanti, essendo una o più vocali differenti (es. strano e strino, mostro e mastro ecc.). Lo scopo, in molte, è quello di strappare un sorriso. Dimenticavo. Ogni capitolo contiene un’immagine: sono disegni, computer graphics, quadri o fotografie fatti da me. Gli interessati possono trovarne altri nella mia pagina web http://www.sghione.com oppure, più semplicemente, sghione.com. Anche in questo caso, almeno per le fotografie, si tratta, volendo, di citazioni – oppure di imitazioni o di un omaggio. Nel caso specifico, si parva licet a W.G. Sebald..

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25 racconti, 19 sonetti, 3 filastrocche, 3 limericks, un poema, 9 indovinelli, una novantina tra disegni e fotografie



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