nota: L’autore è consapevole che questo testo potrebbe contenere errori e imprecisioni ed è grato a chi vorrà segnalarglieli.
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- Primo Canto antichità e medioevo (26 terzine)
- Secondo Canto: età moderna (23 terzine)
- Terzo Canto: età contemporanea 1 ( 38 terzine)
- Quarto Canto: età contemporanea 2 (10 terzine)
PRIMO CANTO
antichità e medioevo
Tutto forse iniziò con la cacciata dal paradiso, a dare retta al mito del libro, per una mela rubata da Eva avendo lei disubbidito ad un divieto assurdo, ma divino, seguito inver da un fosco fatto ordito tra due fratei dei quali uno assassino. D'allor la storia continuò più o meno con mille variazion sul tema fino al giorno d’oggi, quando l'aere è pieno di morti, prepotenze e di soprusi. Noi di questo ordunque narreremo, sopraffazioni, inganni, fughe e abusi, di profughi di cui la storia abbonda, di povere genti allo sterminio adusi. Pria però rammentiamo l'errabonda vocazion che dai primordi spinsero Lucy e compagni [1] dall'Africa profonda e loro, a sorpresa, non si estinsero ma si diffuser sulle terre emerse e contro ogni rival la sfida vinsero. Però, ben presto ci furon controversie (sebben lo spazio invero non mancasse) tra fazioni ferocemente avverse. Certo è che i primi poemi riportasser dei conflitti agli albori della storia di eroi le gesta e di altri fuoriclasse e allor così rimase la memoria di imperi fiorenti invasi e poi distrutti di grandi città al colmo della gloria
disfatte e i cittadini sterminati tutti così Cartago, Gerusalemme e Petra Sodoma, Troia e gli infiniti lutti addotti agli achei, le mura sfatte pietra a pietra. E "fatto il deserto lo chiamaron pace." Ma anche l'impero roman traballa e arretra sotto la sferza barbarica rapace di Avari, Unni, Ostro e Visigoti, e dei Longobardi il popolo tenace, di genti che fuggian dai luoghi più remoti scacciate da altre che le incalzavan dietro a loro volta pressate da altri ancora ignoti... E Roma tramonta e viene su San Pietro. Forse la storia allora davver varia? Che forse diventa l'aere meno tetro? Che l'età di mezzo fosse più bonaria di quella detta antica? No, il medioevo, alto o basso che sia, è un'era sanguinaria quanto quelle di prima e dopo, devo dire. Però, con una distinzione: riguardo al rimarchevole rilievo svolto allor con grande abnegazione dai solerti accoliti del Sommo Patre. E ricordo la special ingiunzione di tal Arnaldo Amalrico, abate, venerato Arcivescovo a Narbona che in una delle crociate più spietate
impartì l'ordine che niun perdona che il popol fosse sterminato tutto: che Dio saprà chi è brava persona [2]. Ma oltre all'albigese feral lutto ricordiamo di Bisanzio il gran saccheggio e i pirati saraceni che fecero debutto in quel tempo. E poi di un altro aggeggio che fu di uso sempre più comune: il rogo con cui si andò di male in peggio: povere donne di ogni luogo, riformatori rompicoglioni, poveracci che davan sfogo alle proprie pazzie e visioni, streghe, maghi, strozzini, avversari politici e buffoni E anche qui ricordo il ruolo dei meschini del Sommo Patre accoliti solerti che impuniti operavano a divinis. Ma a questo punto mi pare di vederti buon spettator un poco affaticato e mi taccio quel tanto per poterti conceder di tirare un poco il fiato. :
NOTE: 1] Lucy e la migrazione "out of Africa" non sono coeve! Si tratta di una licenza poetica. Si ritiene che Lucy risalga a circa 3 milioni di anni fa, mentre la migrazione fuori dall'Africa dell'homo erectus da 1.5 milioni a 200.000 anni fa. 2.] nel corso della crociata albigese (1209-1229) nel sud della Francia contro l'eresia catara, Amalrico Vescovo di Narbona durante il massacro di Bézier (1209), avrebbe ordinato l'uccisione di tutti gli abitanti. Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius (uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi.)
SECONDO CANTO
età moderna
Per sommi capi abbiam fin qui trattato delle maggior sciagure collettive inflitte dall'uomo all'uomo, scellerato e marcate a fuoco sulle carni vive nell'era antica e in quella mezzana. Tratterò ora invece di quelle relative all'età moderna, intesa come storia umana che va da Colombo alla Rivoluzion Francesa. Agli inizi ponendo, alla grossolana, di Costantinopoli la presa, di Colombo e di da Gama le scoperte, la reconquista e di Granada la resa, il Rinascimento che sovverte tutti i canoni pittorici lasciando nuove strade aperte. E' uno dei quei momenti storici in cui è la globalizzazione bellezza verrebbe da dir senza essere retorici. Ma pure è un momento di violenta asprezza di persecuzione religiosa, di gente ch'era ridotta a schiavitù senza salvezza, strappata dall'Africa più nera scambiata per quattro perle di Murano sfruttata da mattina a sera...
E il popolo sfigato amerindiano fiaccato, rovinato, sterminato dal conquistator britannico ed ispano, dal prete, l'alcole, e il morbo martoriato e poi le mille guerre per lo mondo. In Italia tra Carlo quinto, il ducato di Milano, di Roma il sacco immondo, le battaglie le tregue e poi gli inganni; riforma e controriforma sullo sfondo, in tutta Europa la guerra dei trentanni, delle due rose la tenzon e lo scisma di Enrico in terra d'Albion, e i decisivi danni inflitti al naviglio ispanico nemico, l'espansion dell'ottomano impero... insomma, due secoli ed un sol intrico nefasto tra l'ambizion golose invero degli emergenti grandi stati in duello perenne, mescolate col casino di Lutero, gli intrighi descritti ben dal Machiavello, le ricchezze, le scoperte, i viaggi ... insomma: un grandissimo bordello! Poi forse esausti da cotanti oltraggi a se stessi con violenza inferti sembraron farsi gli uomini più saggi,
decidendo di tentar malcerti non di non far più guerre sia ben chiaro bensì di metterle in mano a degli esperti i quali, ovviamente per danaro, provvedessero a scannarsi bene bene vendendo la pellaccia a prezzo caro, coniugando così i lor pranzi con le cene. Poi, verso metà dell'epoca moderna c'è da citar ancor le storie poco amene in Inghilterra de la tenzon fraterna, e la decapitazione di un monarca (la Francia lo farà quando governa la Rivoluzion Francese, certo non parca di mozzamenti) e per finire in vacca il secolo dei lumi si sobbarca le guerre di succession polacca, spagnola, austriaca e quella dei sett'anni in cui con geografia varia e bislacca non c'è Stato che l'altro non azzanni. e con fruscio cala così il sipario esentandomi dal trovar la rima in "anni".
TERZO CANTO
età contemporanea (1)
S'alza il sipario, calano le luci, il brusio s'acqueta e lo show riprende. Oh spettator non so quanto tu bruci dalla voglia di sentir delle vicende che in due secoli si sono susseguite e di cui per forza ora ci attende le narrazioni tante volte udite. Ma pria di continuar mi sia concesso di stigmatizzar con animo pur mite il motto narrazion che pare adesso sottintenda imbroglio, truffa o mistificazion sempre più spesso. ma vedo già che qualcuno sbuffa, non essendo ahime su ciò d'accordo e per evitar che qui ci sia baruffa dichiaro che a costo di apparir balordo riferirò solo il mio punto di vista restando per lo più degli altri sordo. E ora mettiamo finalmente in pista la storia dell'età contemporanea che esordisce si sa, secondo la lista, con la rivoluzion più o men coetanea francese ed industriale. Della prima riferir non è faccenda istantanea: gli Stati Generali, la presa belluina della Bastiglia, il Terror, la guerra civile, il Direttorio e infin la stima di seicentomila morti, se non erra il conto che comunque esclude i conflitti che Napoleon poi sferra e coll'orrendo saldo si conclude di cinque milion di gente morta: queste son le cifre dunque crude. Ammesso che a qualcuno importa il costo dei progressi in umane vite che la francese rivoluzion comporta nell'abolir le prerogative garantite ad assai pochi da privilegi antichi. e tentar far fuori le classi parassite intente a rimirarsi gli ombelichi, avviando in tal modo quel processo che attraverso mille intrichi
continua comunque fino adesso, talor indietro e talora avanti dell'uguaglianza civile il progresso. Della rivoluzion industriale tanti discorsi vien voglia di saltare essendo anche qui i processi perduranti tuttora e conviene il giudizio ricordare di quel tal che due secoli trascorsi sono pochi per avere le idee chiare. Ma almeno due parole,- è giusto esporsi - vanno dette su come arrivò l'uomo a sfruttar il suo simile senza rimorsi Quasi fosse lo sfruttato solo un gnomo da spremere a proprio piacimento, e di potergliela tirare sempre in domo. Su questi presupposti mette l'accento lo storico: Per iniziar, i nuovi saperi tecnico e scientifico, l'aumento delle ricchezze cumulate dai banchieri coi commerci, la macchina a vapore, l'energia prodotta dall'uomo fino a ieri e ora dalle macchine, il sempre migliore sistema di trasporti e comunicazioni, specie in Gran Bretagna la minore presenza della Chiesa tra i coglioni, le materie prime dalle colonie le miniere di metalli e di carboni, la manodopera con paghe orarie da incazzare o far paura e orari di lavor che sembrano fandonie. E non dimentichiamo la sciagura del lavoro infantil, qui ormai defunto, ma che in tanti posti ancor perdura. Ricapitolando, ed essendo fin qui giunto, i maggiori fatti conseguiti e in corso riguardano le libertà civili appunto, il progresso tecnologico e quello occorso al lavoro, oggetto di dottrine e applicazioni che han segnato il secolo trascorso.
Prima di chiudere devo però infine rammentare un altra cosa forier di tante grane e spine: l'emerger dell' idea pericolosa degli Stati nazionali intesi come entità omogenea e luminosa. Che in realtà hanno inver tutti i paesi minoranze etniche e/o culturali come catalan, sudtirolesi, irlandesi, copti, mediorientali, i russi nei Baltici tre Stati, ed altri ancora, giù a quintali. Che, nella ipotesi miglior sono ignorati desiderando starsene tra loro, ambendo invece se angariati di trovar al più presto loco miglioro E poi quelli che in virtù di un precedente legame con un altro stato imploron Di tornarsene indietro: "terre irredente" "Pensarci sempre e non parlarne mai" Raccomandava Gambetta alla sua gente su di Lorena e Alsazia la vergogna assai. E poi i Greci di Smirne, i tedeschi dei Sudeti, Dalmati, dell'Ucraina gli attuali guai, dei pescatori francesi (o inglesi?) le reti nell'Atlantico, di Gibilterra la rivendicazion - "Te tu ti cheti ?" mi chiedi spettator di tanta guerra. Mentre maestoso cala giù il sipario e qualcun la sigaretta afferra ripongo il testo di storia ed il rimario. Ma buon spettatore attenzione! a costo di apparir settario c'è ancora un canto prima della conclusione.
QUARTO CANTO
(età contemporanea 2)
Siam dunque or giunti, oh spettator fedele di questa galoppata quasi alla fine, che apriasi per una question di mele, e di fatali proibizion divine e chiudesi in modo incerto assai con un cumul di macerie e di rovine, da cui traggansi mesti e tristi lai presagi di distruzioni orrende: che confidavam di non riveder giammai. Ci riferiam a le triste vicende dell invasione russa in Ucraina che il cor e l'intelletto ancora offende.
La qual essendo nel tempo assai vicina appare a molti cosa oscura e vaga. Perchè quando difetta una dottrina, teoria o narrazion che lo suffraga o ve ne è in eccesso, tutto'è confuso a la mente. E se questa non è paga, è disponibile a subire ogni sopruso logico pur di sortir dal ginepraio e salvare in qualche modo il muso.
Che giovedì ventiquattro di febbraio sia data trista quanto di settembre l'otto o il piave mormorava ? In qual merdaio sta cacciandosi il mondo chiotto chiotto? ricordo solo col mio latinorum dei romani l'antico e saggio motto che dice si vis pacem para bellum. cui segue il monito, non meno dotto che dice: si vis bellum para culum!
DICHIARAZIONE DI INTENTI A fronte della buona ricezione di questi versi pure un po' malcerti non escludo una prosecuzione, purchè l'ispirazion non mi diserti VAI A: ToC, s