La storia scellerata

nota: L’autore è consapevole che questo testo potrebbe contenere errori e imprecisioni ed è grato a chi vorrà segnalarglieli.

PRIMO CANTO
antichità e medioevo

Tutto forse iniziò con la cacciata
dal paradiso, a dare retta al mito
del libro, per una mela rubata

da Eva avendo lei disubbidito
ad un divieto assurdo, ma divino,
seguito inver da un fosco fatto ordito

tra due fratei dei quali uno  assassino.
D'allor la storia continuò più o meno
con mille variazion sul tema fino

al giorno d’oggi, quando l'aere è pieno
di morti, prepotenze e di soprusi.
Noi di questo ordunque narreremo,

sopraffazioni, inganni, fughe e abusi,
di profughi di cui la storia abbonda,
di povere genti  allo sterminio adusi.

Pria però rammentiamo l'errabonda
vocazion che dai primordi spinsero
Lucy e compagni [1] dall'Africa profonda

e loro, a sorpresa, non si estinsero
ma si diffuser sulle terre emerse
e contro ogni rival la sfida vinsero.

Però, ben presto ci furon controversie
(sebben lo spazio invero non mancasse)
tra fazioni ferocemente avverse.

Certo è che i primi poemi riportasser
dei conflitti agli albori della storia
di eroi le gesta e di altri fuoriclasse

e allor così rimase  la memoria
di imperi fiorenti invasi e poi distrutti
di grandi città al colmo della gloria


disfatte e i cittadini sterminati tutti
così Cartago, Gerusalemme e Petra
Sodoma, Troia e gli infiniti lutti

addotti agli achei, le mura sfatte pietra a pietra.
E "fatto il deserto lo chiamaron pace."
Ma anche l'impero roman traballa e arretra

sotto la sferza barbarica rapace
di Avari, Unni, Ostro e Visigoti,
e dei Longobardi il popolo tenace,

di genti che fuggian dai luoghi più remoti
scacciate da altre che le incalzavan dietro
a loro volta pressate da altri ancora ignoti...

E Roma tramonta e viene su San Pietro.
Forse la storia allora davver varia?
Che forse diventa l'aere meno tetro?

Che l'età di mezzo fosse più bonaria
di quella detta antica? No, il medioevo,
alto o basso che sia, è un'era sanguinaria

quanto quelle di prima e dopo, devo
dire. Però, con una distinzione:
riguardo al rimarchevole rilievo

svolto allor con grande abnegazione
dai solerti accoliti del Sommo Patre.
E ricordo la special ingiunzione

di tal Arnaldo Amalrico, abate,
venerato Arcivescovo a Narbona
che in una delle crociate più spietate


impartì l'ordine che niun perdona
che il popol fosse sterminato tutto:
che Dio saprà chi è brava persona [2].

Ma oltre all'albigese feral lutto
ricordiamo di Bisanzio il gran saccheggio
e i pirati saraceni che fecero debutto

in quel tempo. E poi di un altro aggeggio
che fu di uso sempre più comune: il rogo
con cui si andò di male in peggio:

povere donne di ogni luogo,
riformatori rompicoglioni,
poveracci che davan sfogo

alle proprie pazzie e visioni,
streghe, maghi, strozzini,
avversari politici e buffoni

E anche qui ricordo il ruolo dei meschini
del Sommo Patre accoliti solerti
che impuniti operavano a divinis.

Ma a questo punto mi pare di vederti
buon spettator un poco affaticato
e mi taccio quel tanto per poterti

conceder di tirare un poco il fiato.


:
NOTE:
1] Lucy e la migrazione "out of Africa" non sono coeve! Si tratta di una licenza poetica. Si ritiene che Lucy risalga a circa 3 milioni di anni fa, mentre la migrazione fuori dall'Africa dell'homo erectus da 1.5 milioni a 200.000 anni fa.
2.] nel corso della crociata albigese  (1209-1229)  nel sud della Francia contro l'eresia catara, Amalrico Vescovo di Narbona durante il massacro di Bézier (1209), avrebbe ordinato l'uccisione di tutti gli abitanti. Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius (uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi.)

SECONDO CANTO
età moderna

Per sommi capi abbiam fin qui trattato
delle maggior sciagure collettive 
inflitte dall'uomo all'uomo, scellerato

e marcate a fuoco sulle carni vive
nell'era antica e in quella mezzana.
Tratterò ora invece di quelle relative

all'età moderna, intesa come storia umana
che va da Colombo alla Rivoluzion Francesa.
Agli inizi ponendo, alla grossolana,

di Costantinopoli la presa,
di Colombo e di da Gama le scoperte,
la reconquista e di Granada la resa,

il Rinascimento che sovverte
tutti i canoni pittorici
lasciando nuove strade aperte.

E' uno dei quei momenti storici
in cui è la globalizzazione bellezza
verrebbe da dir senza essere retorici.

Ma pure è un momento di violenta asprezza
di persecuzione religiosa, di gente ch'era
ridotta a schiavitù senza salvezza,

strappata dall'Africa più nera
scambiata per quattro perle di Murano
sfruttata da mattina a sera...
E  il popolo sfigato amerindiano
fiaccato, rovinato, sterminato
dal conquistator britannico ed ispano,

dal prete, l'alcole, e il morbo martoriato
e poi le mille guerre per lo mondo.
In Italia tra Carlo quinto, il ducato 

di Milano, di Roma il sacco immondo,
le battaglie le tregue e poi gli inganni;
riforma e controriforma sullo sfondo,

in tutta Europa la guerra dei trentanni,
delle due rose la tenzon e lo scisma di Enrico
in terra d'Albion, e i decisivi danni

inflitti al naviglio ispanico nemico,
l'espansion  dell'ottomano impero...
insomma, due secoli ed un sol  intrico

nefasto tra l'ambizion golose invero
degli emergenti grandi stati in duello
perenne, mescolate col casino di Lutero,

gli intrighi descritti ben dal Machiavello,
le ricchezze, le scoperte, i viaggi ...
insomma: un grandissimo bordello!

Poi forse esausti da cotanti oltraggi
a se stessi con violenza inferti
sembraron farsi gli uomini più saggi,
decidendo di tentar malcerti
non di non far più guerre sia ben chiaro
bensì di metterle in mano a degli esperti

i quali, ovviamente per danaro,
provvedessero a scannarsi bene bene
vendendo la pellaccia a prezzo caro, 

coniugando così i lor pranzi con le cene.
Poi, verso metà dell'epoca moderna
c'è da citar ancor le storie poco amene

in Inghilterra de la tenzon fraterna,
e la decapitazione di  un monarca
(la Francia lo farà  quando governa

la Rivoluzion Francese, certo non parca
di mozzamenti) e per finire in vacca
il secolo dei lumi si sobbarca

le guerre di succession polacca,
spagnola, austriaca e quella dei sett'anni
in cui con geografia varia e bislacca

non c'è Stato che l'altro non azzanni.
e con fruscio cala così il sipario
esentandomi dal trovar la rima in "anni".

TERZO CANTO
età contemporanea (1)

S'alza il sipario, calano le luci,
il brusio s'acqueta e lo show riprende.
Oh spettator  non so quanto tu bruci

dalla voglia di sentir delle vicende
che in due secoli si sono susseguite
e di cui per forza ora ci attende

le narrazioni tante volte udite.
Ma pria di continuar mi sia concesso
di stigmatizzar con animo pur mite

il motto narrazion che pare adesso
sottintenda imbroglio, truffa
o mistificazion sempre più spesso.

ma vedo già che qualcuno sbuffa,
non essendo ahime su ciò d'accordo
e per evitar che qui ci sia baruffa

dichiaro che a costo di apparir balordo
riferirò solo il mio punto di vista
restando per lo più degli altri sordo.

E ora mettiamo finalmente in pista
la storia dell'età contemporanea
che esordisce si sa, secondo la lista,

con la rivoluzion più o men coetanea
francese ed industriale. Della prima
riferir non è faccenda istantanea:

gli Stati Generali, la presa belluina 
della Bastiglia, il Terror, la guerra 
civile, il Direttorio e infin la stima

di seicentomila morti, se non erra
il conto che comunque esclude
i conflitti che Napoleon poi sferra

e coll'orrendo saldo si conclude
di cinque milion di gente morta:
queste son le cifre dunque crude.

Ammesso che a qualcuno importa
il costo dei progressi in umane vite
che la francese rivoluzion comporta

nell'abolir le prerogative garantite
ad assai pochi da privilegi antichi.
e tentar far fuori le classi parassite

intente a rimirarsi gli  ombelichi,
avviando in tal modo quel processo
che attraverso mille intrichi

continua comunque fino adesso,
talor indietro e talora avanti
dell'uguaglianza civile il progresso.

Della rivoluzion industriale tanti
discorsi vien voglia di saltare
essendo anche qui i processi perduranti

tuttora e conviene il giudizio ricordare
di quel tal che due secoli trascorsi
sono pochi per avere le idee chiare.

Ma almeno due parole,- è giusto esporsi -
vanno dette su come arrivò l'uomo
a sfruttar il suo simile senza rimorsi

Quasi fosse lo sfruttato solo un gnomo
da spremere a proprio piacimento,
e di potergliela tirare sempre in domo.

Su questi presupposti mette l'accento
lo storico: Per iniziar, i nuovi saperi
tecnico e scientifico, l'aumento

delle ricchezze cumulate dai banchieri
coi commerci, la macchina a vapore,
l'energia prodotta dall'uomo fino a ieri

e ora dalle macchine, il sempre migliore
sistema di trasporti e comunicazioni,
specie in Gran Bretagna la minore

presenza della Chiesa tra i coglioni, 
le materie prime dalle colonie
le miniere di metalli e di carboni,

la manodopera con paghe orarie
da incazzare o far paura
e orari di lavor che sembrano fandonie.

E non dimentichiamo la sciagura
del lavoro infantil, qui ormai defunto,
ma che in tanti posti ancor perdura.

Ricapitolando, ed essendo fin qui giunto,
i maggiori fatti conseguiti e in corso
riguardano le libertà civili appunto,

il progresso tecnologico e quello occorso
al lavoro, oggetto di dottrine
e applicazioni che han segnato il secolo trascorso.



Prima di chiudere devo però  infine 
rammentare un altra cosa 
forier di tante grane e spine:

l'emerger dell' idea pericolosa
degli Stati nazionali intesi
come entità omogenea e luminosa.

Che in realtà hanno inver tutti i paesi
minoranze etniche e/o culturali
come catalan, sudtirolesi,

irlandesi, copti, mediorientali,
i russi nei Baltici tre Stati,
ed altri ancora, giù a quintali.

Che, nella ipotesi miglior sono  ignorati
desiderando starsene tra loro, 
ambendo invece se angariati

di trovar al più presto loco miglioro
E poi quelli  che in virtù di un precedente
legame con un altro stato imploron

Di tornarsene indietro: "terre irredente"
"Pensarci sempre e non parlarne mai"
Raccomandava Gambetta alla sua gente
 
su di Lorena e Alsazia la vergogna assai.
E poi i Greci di Smirne, i tedeschi dei Sudeti,
Dalmati, dell'Ucraina gli attuali guai,

dei pescatori francesi (o inglesi?) le reti
nell'Atlantico, di  Gibilterra
la rivendicazion -  "Te tu ti cheti ?"

mi chiedi spettator di tanta guerra.
Mentre maestoso cala giù il sipario
e qualcun la sigaretta afferra

ripongo il testo di storia ed il rimario. 
Ma buon spettatore attenzione!
a costo di apparir settario

c'è ancora un canto prima della conclusione.




QUARTO CANTO
(età contemporanea 2)

Siam dunque or giunti, oh spettator fedele
di questa galoppata quasi alla fine,
che apriasi per una question  di mele,

e di fatali proibizion divine
e chiudesi in modo incerto assai
con un cumul di macerie e di rovine,

da cui traggansi mesti e tristi lai
presagi di distruzioni orrende: 
che confidavam di non riveder giammai.

Ci riferiam a le triste vicende
dell invasione russa in Ucraina
che il cor e l'intelletto ancora offende.
La qual essendo nel tempo assai vicina
appare a molti cosa oscura e  vaga.
Perchè quando difetta una dottrina,

teoria o narrazion che lo suffraga
o  ve ne è in eccesso, tutto'è confuso
a la mente. E se questa non è paga,

è disponibile a subire ogni sopruso
logico pur di sortir dal ginepraio
e salvare in qualche modo il muso.
Che giovedì ventiquattro di febbraio
sia data trista quanto di settembre l'otto
o il piave mormorava ? In qual merdaio

sta cacciandosi il mondo chiotto chiotto?
ricordo solo col  mio latinorum
dei romani l'antico e saggio motto

che dice si vis pacem para bellum.
cui segue il monito, non meno dotto
che dice: si vis bellum para culum!   
DICHIARAZIONE DI INTENTI
A fronte della buona ricezione
di questi versi pure un po' malcerti
non escludo una prosecuzione,
purchè l'ispirazion non mi diserti

VAI A: ToC, s

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