sonetti

GOTO: ToC

1. Consiglio a un amico afflitto da un fastidioso malanno stagionale

Il mese più crudele non è Aprile
Malgrado il verso noto e ripetuto
Bensì Maggio, mese invero ostile
Che impone l’oppression dello starnuto.

Ma a ciò non giova essere colmi di bile,
Nè lamentarsi di esser sfortunati
Nè sopportar con piglio assai virile
Moccio, lacrimazion e anche pruriti.

Per tutto ciò vi è forse qualche opzione
Che ci ridòni quei nostri sorrisi?
Mi chiedi quale sia la soluzione?

Te la confido: è ben che siam precisi
Ha un nome strano: Beclometasone
E puoi andar con la morosa tra papaveri e fiordalisi

(aprile 2017)

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2. Disturbo comportamentale del sonno REM⁠

L’ignoto inseguitor mi era vicino
E un pugno allora gli sferrai violento
E il letto vibrò tutto in quel momento.
Nel buio son le quattro del mattino.

Dolce e chiara è la notte e senza vento⁠
E svanito è il sogno e l’assassino
Solo si ode il gocciar di un lavandino,
Dai campi del chiù il magico lamento.

Di tanto in tanto la quiete è tradita
Dal latrar de' cani tra distanze enormi.
E tu sei solo nella casa avita.

Ma non temere: astri e luna eterni
Sono, e la tua storia ancor non è finita.
E dunque è l’ora: spegni l' iPhone e dormi

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.3. Augurio a sè stesso

Un buon Natale e un anno buon ti augùro
Sebben che i tempi d’oggi siano grami
Sperando che i miei versi un poco strani
Ti possan sollevar  l’umore scuro.

Tu aspiri possa doventare il tuo domani
Felice tanto da far salti da canguro?
Oppur celarsi come fa il paguro?
O volar via a mo’ dei pellicani?

Ma che il mio augurio sia davvero abnorme
Per l’anno nuovo che ver te si move
Non d’illuminar l’animo tuo informe

Nè trovar l’amor che il sole e l’altre stelle move
Bensì quiete e salute - richiesta invero enorme
Per l’an che vien, duemiladiciannove.

(1 gennaio 2019)

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4. Sant’Elena

Come un solingo forte in mezzo all’onde
Sinistra ti ergi dal profondo oceano
E cupe e erte le scoglier tue piombano
A capofitto sulle nere sponde.

Sei tu tra l’isole che più si rammentano
Quella che più di tutte si nasconde
Con le tue torbide nubi e le tue fronde
E le aride tue coste che circondano.

Ma tu che ormai da tempo stai svanendo
Hai un passato glorioso come approdo
Di una flotta potente allor come nessuna al mondo, 

Nonché come esilio celebrato oltre ogni modo
Di un paranoico criminale inverecondo
E di una manciata di Santi⁠ destinati a far la fin del Dodo⁠.

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5. L’isola misteriosa 

Nel mezzo del centro dell’Atlantico
Equidistante tra Brasile e Angola
Si trova un’isoletta tutta sola
Che non possiede nulla di romantico.

A dir quanto sia aspra manca la parola
Col suo carattere fantasmagorico 
D’oltre quaranta bocche sue vulcaniche
Da cui la lava ancor pare che scola

Alberga sulle sue deserte plaghe
Un’angloamericana guarnigione
E inglese diventò per evitar le fughe

Dell’allora prigionier Napoleone
E vi arrivan le marine tartarughe 
Vuoi tu saperne il nome?: Ascensione!

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6. Storiella di  un   Ferragosto
Un napoletano ed un milanese
Si misero in società, litigando
Dal primo momento, e turlupinando
L’un l’altro, finchè, con fare scortese,

Il meneghin non fregò l’avellinese
E lo scaraventò fuori, contando
D’ esser più forte e furbo, ma sbagliando,
Perché il napoletan tutti sorprese

Rivolgendosi tosto a un fiorentino
Che, pur essendogli da sempre fier nemico,
Gli offerse un aiuto repentino

Dimostrandoglisi volonteroso amico
E riducendo il furbo meneghino
Ad uno stato che direi mendico.

(16.8.2019)

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7, Sotto l’ombrellone 

Sfogliando le notizie del giornale 
Seduto su una sdraio sulla spiaggia 
Mi chiedo quanto sia una cosa saggia
Commentar fatti che altrui non cale.

La mente che la canicola incoraggia 
Verso uno stato di lucidità parziale 
Anziché al ragionar logico e normale
Si appisola e torpida galleggia 

Mentre lo sguardo languido si attarda
Su tette e culi in generosa mostra 
All’occhio lesto che segreto guarda

E incessante il mar come una giostra
Sciaborda a riva con melodia sorda
E allor che importan più sinistra e destra?

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summer on the sea

8. Dopo la crisi: la destra 

Conclusa è la crisi più pazza del mondo
Capitan Mitraglia ha fugato il destino
Di Hamamet, e di Tripoli il tombino,
Per adesso, e si finge furibondo.

Madamina Angurie pianta un finimondo
Degno del più becero corteo missino
E sale su, gradino per gradino
La scala, pur restando nello sfondo.

Paperon de’ paperoni osserva
Sornione e manda avanti le scherane
Che si tiene da sempre di riserva

Ma le mire sue sul colle forse saran vane
Stante l’età e i peccatucci suoi a caterva.
E nell’ombra in agguato il fiorentin rimane.

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9. Dopo la crisi: la sinistra 

Quando che placato fu il casino,
E Capitan Mitraglia deattivato,
L’incarico assegnato all’avvocato, 
E accettato da lui con far volpino,

Quando che con gran fatica persino 
L’elenco dei ministri fu stilato
E il null’osta da Camera e Senato
Ricevuto, e da Brusselle e da Berlino,

Quando che i ministri gialli e rosa 
Ebber firmato, e i vice e gli altri tutti
E ognun pensò che conclusa era la cosa,

Allora il fiorentin e i suoi compari eletti 
Disser che si sentivan squadra esclusa
E andaron via, lasciando tutti esterrefatti.

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the last ox-drawn cart, oil on plywood, 57cm x 25 cm, march 3018
10.  Il Bomba 

Da ragazzo lo chiamavan Bomba
Per le palle che sparava con una
Impudenza senza pari. Fortuna
Ebbe poi con Mike e fu falco e colomba.

Rassicurò, promise senza alcuna
Remora, con suono di fanfare e tromba
Ma poco mantenne (mica era un bamba)
E non gli mancò giammai tribuna.

Lamentava di sentirsi però intruso
Nel suo partito, ma avea memoria corta
E quaranta dei suoi a consumo ed uso.

E la scissione d’oggi nasce storta? 
O forse no? fatta così a brutto muso?
E chi lo sa? Aspettiamo Porta a Porta!

(17.9.2019)

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sunset; oil on canvas, 40 cm x 40 cm, march 2017
11. Ladri di merendine 

Dopo che fu il governo giallo-rosa
formato, e i rosa subito divisi
in chiari e scuri, essendo gli uni agli altri invisi,
si pose la questione inver noiosa,

e purtroppo un tantino cavillosa
di trovare i quattrin di cui morosi
debitori erano, e senza sorrisi
né una stretta di mano calorosa.  

Allora ai giallo-rosa, brutte merde,
Tornò l’impiccio d’una realtà indigesta:
Che erano, gialli e rosa, in sempreverde

Contrasto su tutto. E fu così che questa 
Volta si inventaron lo “sviluppo verde”.
E si dieder a tassar le merendine a mano lesta

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my garden, oil on canvas, 29cm x 40 cm, 2021
. 12. Bori, Tere e il casino della Bressi 

Riassunto: in una tiepida giornata
Di inizio estate di tre anni fa
Dissero i sudditi di Sua Maestà
Britannica, a maggioranza stentata,

Che volevano uscir dall’UE; chissà
Se prigionieri della mai obliata
Velleità dell’impero – dissennata.
E così iniziò dura una faida tra

Fazioni, degna di una cupa cronaca 
scespiriana, tra le camere (un mito…),
E Bori, dalla chioma fotogenica,

E il pubblico, sgomento ed allibito,
E Ulster, Scozia, e Tere nevrastenica.
E fu così che si spaccò anche il Regno Unito. 

(21.10.2019)

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13. Non solo merendine⁠ 

E Algeri e Beirut e Santiago e Quito,
E Parigi e con lei la Francia tutta 
E l’India e poi Baghdad ognuno in lotta
Chi per il caro-vita, o il diminuito

Sussidio sul gasolio o il rincarato
Costo di whatsapp, cipolle e biglietto
Della metro. In mezzo mondo si fa brutta 
La crisi, e il malcontento inferocito

In un attimo si infiamma. E da noi?
Van concesse arti invero sopraffine
Ai nostri nel celare ciò che prima o poi

Ci verrà addosso, e non saran leggine
Sull’ambiente o l’evasion fiscale, ahinoi
E neppure tasse solo sulle merendine!

(27.10.2019)

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14. Amleto o Pulcinella ?

Che cosa pensereste di un politico
Che chiedesse al proprio popolo elettore
Di astenersi dal voto nelle more
Del proprio lavorìo psicanalitico?

E nell’attesa di dirimere e sanare
Sull’identità l’antico dubbio amletico
E sullo star con qual gruppo partitico
(Sebbene di un dei due membro maggiore)

Commettesse per giunta la sciocchezza
Di volersi cacciar nel ginepraio
Di interrogar la base per chiarezza,

E una volta combinato il grosso guaio,
Beccasse una tranvata con durezza?
Mi chiedi il nome? Ma è Gigin Di Maio!

(20,11,2019)

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15. Il Fondo salva-Stati o Meccanismo Europeo di Stabilità detto MES o, in terra toscana, messe 

Lo diciamo alla toscana Messe
L’euromeccanismo di stabilità
Facendo come se noi si comprendesse
Di che diavolo a litigar si sta.

E’ per tutelar le banche tedesche
O gli stati insolventi, e chi lo sa?
Che sia un barroccio, un diesel o un calesse,
Sta storia comincia a non garbà.

Un ci garban poi certi discorsi
Che noi un si prendan lezioni da nessuno
Che rammentano trascorsi percorsi

Di cui un si avverte inver bisogno alcuno
E a cui convien fin d’or con forza opporsi
Chè noi un si vol nè il raduno, nè il tribuno

(3.12.2019)

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16. Ragionamenti oziosi su due papi 

Premetto di non essere credente
E di saperne poco di pontefici,
Del celibato dei preti cattolici
E di dottrina poi meno che niente.

Ma quando Ratzy e Frank sono in tagliente
Contrasto, e diventano polemici,
Fioriscon contributi giornalistici
Di grande erudizione, oh bella gente!

Ma invero io credo che, ad esser franco,
Sotto sotto a Frank gli girino coglioni
Che Ratzy porti quelle mise in bianco

Che spettan solo a lui, senza eccezioni,
Perchè è Frank e solo Frank il capobranco
Che entrar può nella stanza dei bottoni

(8.1.2020)

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17. La bella favola di Giuseppi e dei due giganti Mattei 

Giuseppi professore ed avvocato
Di oscura terra Dauna era, e devoto
A Padre Pio, ed ai più del tutto ignoto,
E di vago sentir pentastellato,

Quando un bel dì dal suo eremo remoto
Venne con suo stupore convocato
A fare il premier, essendo giudicato
Da tutti innocuo e di potere vuoto.

Ma Giuseppi, di scuola democrista,
Sorprese, e vinse il troll avellinese
,E Matteo il gigante meneghin-leghista

E or si trova ahilui alle prese
Con la prova più dur forse che esista:
Con l’altro Matteo, il gigante rignanese.

(16.2.2020)   

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18 Ove si narra della tenzone dall'esito incerto tra Giuseppi e il drago del Catai 

Ma poco prima del fatale scontro
Coll’astuto cazzaro fiorentino
Un novel periglio assai belluino
Al buon Giuseppi venne presto incontro:

Un drago multiforme ed assassino
Originario dal lontano centro
Del Catai e che portava dentro
Di un morbo un germe assai caino.

E allora Giuseppi si scatenò,
Senza ritegno accrebbe la presenza
Sua sul picciol schermo, sbaragliò

Del musòfago trevigian la resistenza,
E un’intera nazione a casa confinò,
Sperando di arrestar così sta cazzo d’influenza..

(11.3.2020)

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19. Lockdown 

Da un mese ormai viviam come sospesi
In questo stato di irrealtà oscillando,
E un’allegria sforzata simulando
Su video che ci estorcono sorrisi

E parties con prosecco scimiottando
Con what’s app, skype, zoom o altri arnesi
Sperando di venirne fuori illesi
La nostra angoscia segreta soffocando

Il cruccio poi su cosa nel futuro
Ci attende e non sarà certo una festa
Di conviver col fatale rischio oscuro

E poi la sfida più difficile che esista:
Di avere un personale politico maturo
Che sappia onorar chi va e guidar chi resta.

(9.4.2020)

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20 Le mascherine 

E’ ben noto che i muscoli del volto
Servono affinché da questo appaian
Le diverse emozion tipo la gioia
La rabbia, l’amore, la paura e molto

Altro ancor. Questo comunicar rivolto 
Agli altri è una speciale scorciatoia
A mille parol, ridotto ora a feritoia
Da cui scruta lo sguardo e fan risalto

Solo gli occhi che appaiono lucère
E producon momenti di incertezza
E di ambiguità oriental foriere 

Di segrete avventure e di dolcezza
Ignota e misteriosa, e a ben vedere
Destinate neppur a cominciare: che  tristezza!

(26.6.2020)

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21. Siam noi i nipoti

Siam noi i nipoti di chi morì sul Carso
dei ragazzi della Marna e della Somma
Siam i figli della generazion scomparsa
In Normandia e di Auschwitz la crudele fiamma

E a Guadalcanal e a Dresda arsa.
Siam noi i fratelli di chi finì a Saigon nel dramma.
Noi siamo quelli che sono stati fuoricorso
E a parte il sessantotto a casa dalla mamma

Ce la siam barcamenata ben finora
Ma  forse è giusto or farsi ahimè  da parte
Di prender atto della situazione che peggiora

Che il turno è il nostro, così dice la sorte,
Contro il virion che tutto si divora
Di accettar la nostra corporal sorella morte.

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